Sono molto onorato di ricordare in questo sito la storia dell'ing. Pierugo Gobbato, e non vi nascondo la mia emozione. Lo conobbi per telefono, e mi sembra purtroppo ieri. (Per i dettagli vi manderei al sito www.gobbatougo.it). Riuscimmo poi finalmente ad incontrarci a casa mia. Guidava una Alfa Romeo 147 jtd. Lo trovai strano, ma mi disse allora "e' attualmente la miglior macchina della sua categoria, e superiore a tante costose tedesche....mi creda la prenda anche lei...che viaggia ...tedesco”. Sorrisi un po’ e rimasi in silenzio ...non mi rendevo conto che avevo conosciuto uno dei maggiori esperti del mondo automobilistico, ed artefice di grandi accordi automobilistici, ma soprattutto non sapevo ancora che Lui era il padre della Stratos. Non avevo ancora fatta mente locale, ma da quell'incontro è iniziato un percorso della mia vita straordinario, che ha coinvolto l'intera cittadinanza di Volpago del Montello, riportando questo piccolo comune al centro della storia dell'automobilismo italiano, ed è nato questo club, a lui dedicato. Abbiamo scoperto che a Volpago è nato l'ing. Ugo Gobbato, che ha fatto grande l'Alfa Romeo e che Enzo Ferrari lo definì “il suo maestro”. Volpago del Montello può di fatto entrare, grazie al lavoro svolto con Pierugo Gobbato, nel ristretto numero delle città dell'automobile d'Italia. Il nostro club "Amici della Storica Lancia" e' di fatto il custode del suo insegnamento.
Dott.Marino Parolin
Dalla biografia personale di Pierugo....
...nacqui a Firenze ,il 12 giugno del 1918. Lì si trovava mio padre per portare avanti un progetto per l'esercito, e pochi giorni prima lo aveva raggiunto mia madre da Volpago del montello,in quanto l'esercito austriaco aveva sfondato a Caporetto ,e non era piu' una zona sicura. Alla fine della guerra ,mio padre trovò occupazione alla Fiat. Un ufficiale di sorveglianza ,Cossalter feltrino come mia madre ,ed amico di famiglia, lo consigliò al sen. Agnelli. La fiat aveva da poco finito uno dei più grandi stabilimenti per la produzione di automobili:il Lingotto. Bisognava cercare un valido direttore generale ,che riorganizzasse le varie produzioni sparse Per Torino e fossero riunite al Lingotto. La scelta fu ampiamente ripagata,e mio padre iniziò lì la sua straordinaria carriera.Nel 1924 frequentai le scuole elementari a Torino e le superiori quale convittore al reale Collegio Moncalieri, in quanto mio padre cominciava a girare per la Fiat per l'Europa e mia madre lo seguiva ovunque. Il mio tutore era mio zio Michele Marsjai. Mio padre mi scriveva spesso dai vari luoghi e conservo ancora molte di quelle cartoline. Successivamente , mio padre venne chiamato dal Governo italiano di allora a dirigere l'Alfa Romeo, per cui ci trasferimmo a Milano, vicino al Portello. Qui mi iscrissi al Politecnico e nel 1941 mi laureai in ingegneria industriale, sotto sezione meccanica. Durante questo periodo, d'estate, frequentavo i reparti d'officine all’Alfa Romeo, su richiesta di mio padre, per apprendere i fondamenti sia meccanici, ma anche gestionali di una grande azienda. La mia richiesta in controparte era quella però di poter conseguire il brevetto di pilota aeronautico, cosa che ottenni nel campo della Breda a Bresso (Milano). C'erano già sentori di guerra, e l'idea delle storie che mi raccontava mio padre che i soldati al fronte venivano divorati dalle pulci, non mi andava a genio… preferivo, se dovevo morire, almeno con dei vestiti un po' puliti. Dal 1936 al 1939 partecipai anche a delle corse automobilistiche, ricordo la Mille miglia del 1937 con Cammellini su una Fiat 508 cs balilla sport ,della scuderia Ferrari. Nel 1938 ad una mille miglia con Enrico Nardi con una Aprilia speciale, sempre della scuderia Ferrari. Ricordo La corse del volante d'argento su Alfa Romeo 6c 2500 e la targa Abruzzo col conte Cornaggia Medici nel 1939.
Ormai la guerra stava scoppiando ed a luglio del 41 mi arruolai alla Regia aeronautica. Frequentai le scuole di volo di Falconara , Pistoia e Fano per il primo periodo, poi a Gorizia ed a Campoformido, per la scuola caccia. Nel 1943, venni assegnato a maggio al 4° stormo col grado di sottotenente, ed utilizzai delle macchine straordinarie come i Macchi 202 e 205. Venni assegnato alle missioni nel canale di Sicilia ed il 15 agosto del 1943, venni abbattuto durante un'impari combattimento aereo. Riuscii ad evitare il nemico facendo una virata stretta ed atterrai nella battigia della spiaggia di Bagnara di Rosarno Calabro. La struttura solida del Macchi 205 mi permise di riportare qualche costola rotta e delle ammaccature, ma soprattutto uscirne vivo. Venni catturato da un soldato tedesco, che dopo avermi riconosciuto come italiano, mi permise di raggiungere il mio gruppo. Venni mandato in licenza a casa e, dopo aver salutato per l'ultima volta il 6 settembre mio padre al Portello, andai con altri miei colleghi a prendere dei macchi 205 da Lonate Bozzolo e ripartii per il fronte. Poi venne la notizia dell'8 settembre e passammo agli alleati ed inquadrati nella Balkan air force, sotto il comando inglese. Qui iniziai uno dei periodi più difficili della mia vita, ma mi guadagnai la stima degli alti comandi alleati. Finita la guerra, andai con un amico ad una partita di calcio a Roma, e lì fui presentato ad una persona. Una volta sentito il mio cognome, mi disse “...Gobbato, sei parente di quello che hanno ucciso a Milano?....” mi si gelò tutto il corpo, e capii che era morto mio padre.
Ritornai dalla guerra e ci trovammo in pratica senza sussistenza. Grazie alla amicizia di mio padre col prof. Valletta ed all'ing. Bono, con cui collaboravano alla Fiat, fui chiamato per lavorare con loro. Non mi sentivo pronto, per la responsabilita' che mi portavo della memoria di mio padre. Allora iniziai alla motori Marini Carraro di Milano, in quanto il titolare era un amico di mio padre, con la qualifica di assistente al direttore di produzione e questo nel 1946. Nel 1949 fui nominato direttore generale. Nel 1955, mi telefonò Valletta e mi chiese se allora mi sentivo pronto per la nuova esperienza. Entrai quindi alla Fiat grandi motori ,come asistente al direttore generale. Dal 1957 al 1958 su incarico dell'ing. G. Bono , fui incaricato di tenere i contatti con la Osca dei f.lli Maserati per una vettura spider che doveva costruire la Pininfarina, in particolare seguii le prove dei freni a disco Girling sui prototipi. Nel 1958 venni nominato vice direttore generale della sez. SPA della Fiat, che costruiva veicoli cingolati, trattori, veicoli industriali. . Nel 1962, venni nominato direttore generale della societa' motori Marini Carraro, acquisita dalla OM del gruppo FIAT. Nel 1965 in aprile entrai, su richiesta di Enzo Ferrari, nella sua azienda con la mansione di direttore generale. Valletta però mi lasciò una lettera in cui in qualsiasi momento rinunciassi all'incarico sarei rientrato alla Fiat, con lo stesso livello contrattuale che avevo lasciato. Nel 1966 rientrai alla Fiat ,in quanto sarei stato destinato alla Lancia in quanto erano iniziate da poco le trattattive di acquisto. In questo periodo mi occupai delle stime degli impianti e partecipai alla definizione degli accordi ed acquisizione della Allis Chalmers e nelle trattative di acquisto della quota di maggioranza della Ferrari da parte della Fiat.
Nel 1969 venni nominato vice direttore della lancia e nell'aprile del 1970 direttore generale. Durante questo periodo mi occupai del rilancio ed ammodernamento dell'azienda, stimolando nuovi progetti, dai modelli Beta al capolavoro della tecnica che fu la STRATOS, e di cui posso dire che se non avessi combattuto fino in fondo, sono certo non sarebbe mai stato realizzato. Nel 1976, per subentrate divergenze con la dirigenza FIAT , venni “dimissionato”, rimasi come consulente dell'amministratore delegato Fiat e dettai le condizioni per la realizzazione del progetto Panda. Nel 1977 terminai il mio rapporto col mondo automobilistico e diventai consigliere delegato della Favretto macchine utensili fino al 1993,in cui assunsi l'incarico di presidente della Lossa di Cesano Boscone sino al 2002. Dal 2003 collaboro col dott. Marino Parolin di Volpago del Montello, alla realizzazione forse del più bel progetto della mia vita, e che riguarda la vita di mio padre.........
(tratto dal materiale personale di Pierugo Gobbato, in attesa di essere raccolto definitivamente nel museo di Volpago del Montello dedicato agli ing.ri Gobbato)
….....Pierugo Gobbato si spegne in Torino il 20 dicembre del 2008 alle ore 20,30, nello stesso istante in cui a Volpago del Montello durante la tradizionale giornata dedicata a suo padre gli veniva attribuito un lungo applauso per la sua carriera.